Venezia è stata una delle poche città in passato ad avere rapporti pacifici e commerciali con l’Oriente, come testimonia il celebre libro Il Milione di Marco Polo. Qui in città sono presenti storiche comunità che hanno contribuito con la loro cultura a formare non solo i piatti della tradizione ma anche alcune parole tipiche del dialetto veneziano.
Partendo dalla stazione e P.le Roma si prosegue dritto in direzione Strada Nova, la quale deve il suo nome a Napoleone: fu infatti una delle ultime vie progettate proprio dall’Imperatore, il quale, dovendo passare con i cavalli, fece realizzare una strada larga alla moda dei boulevard francesi. Cominciate il vostro tour con una breve sosta, abbracciate la tradizione con “un goto” (un bicchiere) di Pino grigio o di Chardonnay alla Trattoria da Vittoria. Passando il ponte delle Guglie, riconoscibile dalle sue “gugliette” a inizio e fine ponte, vedrete sulla vostra sinistra una riva d’acqua dalla quale si accede al più antico ghetto ebraico d’Europa.
“Ghetto” infatti è la parola veneziana che indica la fonderia, area su cui si sono insediate le prime comunità ebraiche della città. Gli ebrei furono una delle comunità storiche della città, e appartenevano a due grandi “famiglie”,
quelli spagnoli, che commerciavano stoffe e preziosi unguenti con gli arabi, e quelli tedeschi, che commerciavano il legname. Se passate di sabato, potrete vedere la vivace comunità festeggiare lo “Sabbaht”, il giorno di riposo e del signore. Splendide le sinagoghe che si celano dietro questi edifici, i più alti di Venezia.